Questa bella immagine –
dallo scatto del fotografo Dino Fracchia, di cui kultura70 ne
custodisce gelosamente una stampa – ritrae una scherzosa
raffigurazione di un “cannone di cannabis” come simbolo della
protesta da parte di un gruppo di pacifisti radicali alla frontiera
Francia-Germania nel lontano (oramai) 1977.
Dalle battaglie per le
libertà umane e da quelle innumerevoli manifestazioni e marce che i
radicali di tutta Europa hanno condotto, quella del disarmo
unilaterale (parola dall'apparente tecnicismo che sta a significare
“non aspettare che altre teste... gloriose depongano le armi. Fallo
prima tu! Senza “se” e senza “ma”) resta una utopia: con la
precisione l'ultima, dopo la rinascita dei dinosauri belli.
Oggi non ci si nasconde
più dietro il Maciste dell'armamento. Oggi non ci si corazza più.
Oggi si fanno le
“guerre per la pace”.
In buona sostanza è un
po' come fottere per la verginità.
Dalle mie parti, quando
ero un ragazzino, se qualcuno enunciava una enormità, soleva
chiamarsi addosso un'invettiva precisa e particolare da noi scugnizzi
(così avete capito da che parte vengo): “ma fatt' 'na canna!”.
Ora, statemi a sentire,
congiungete le mani alla bocca a formare un imbuto e urlate insieme a
me:
FATEVI
UN CANNONE!!!!!!!!!!!!
che
è meglio.
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