mercoledì 16 marzo 2016

UN CANNONE CONTRO OGNI GUERRA



Questa bella immagine – dallo scatto del fotografo Dino Fracchia, di cui kultura70 ne custodisce gelosamente una stampa – ritrae una scherzosa raffigurazione di un “cannone di cannabis” come simbolo della protesta da parte di un gruppo di pacifisti radicali alla frontiera Francia-Germania nel lontano (oramai) 1977.
Dalle battaglie per le libertà umane e da quelle innumerevoli manifestazioni e marce che i radicali di tutta Europa hanno condotto, quella del disarmo unilaterale (parola dall'apparente tecnicismo che sta a significare “non aspettare che altre teste... gloriose depongano le armi. Fallo prima tu! Senza “se” e senza “ma”) resta una utopia: con la precisione l'ultima, dopo la rinascita dei dinosauri belli.

Oggi non ci si nasconde più dietro il Maciste dell'armamento. Oggi non ci si corazza più.
Oggi si fanno le “guerre per la pace”.

In buona sostanza è un po' come fottere per la verginità.

Dalle mie parti, quando ero un ragazzino, se qualcuno enunciava una enormità, soleva chiamarsi addosso un'invettiva precisa e particolare da noi scugnizzi (così avete capito da che parte vengo): “ma fatt' 'na canna!”.

Ora, statemi a sentire, congiungete le mani alla bocca a formare un imbuto e urlate insieme a me:

FATEVI UN CANNONE!!!!!!!!!!!!
che è meglio.


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